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Il Marchio Replay nel Mirino degli Hacker: Violati i Server dell’Azienda Italiana Fashion Box!
Negli ultimi tempi, il mondo imprenditoriale veneto è stato ripetutamente preso di mira da attacchi informatici di grande portata. Questa volta la vittima è Fashion Box, multinazionale con sede a Casella d’Asolo, nota per il suo celebre marchio di abbigliamento Replay.
L’azione degli hacker è iniziata il 29 gennaio con una tecnica di brute force riporta il Corriere Del Veneto, un metodo che consiste nel tentare innumerevoli combinazioni di password per ottenere accesso ai sistemi aziendali. Nonostante le misure di sicurezza implementate, i criminali informatici sono riusciti a oltrepassare le difese, compromettendo i server della sede centrale di Asolo. I dati sottratti riguardano informazioni sensibili legate all’attività logistica e commerciale dell’azienda, mentre le consociate estere sembrano essere rimaste al riparo dall’attacco. La criticità della situazione è legata soprattutto alla gestione di dati di dipendenti, collaboratori e fornitori provenienti da diverse parti del mondo.
Le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze di questa incursione informatica. I rappresentanti di Filctem Cgil e Femca Cisl hanno evidenziato come Fashion Box abbia agito tempestivamente per arginare il danno e proteggere i lavoratori. Secondo le prime dichiarazioni, al momento non risultano impatti diretti sull’occupazione, ma la situazione resta fluida e in evoluzione. Anche il sindaco di Asolo ha sottolineato l’importanza dell’azienda per l’economia locale, sottolineando come un attacco di questa portata possa mettere in difficoltà numerose famiglie del territorio.
Le analisi condotte dagli esperti di sicurezza informatica di Fashion Box hanno evidenziato che i dati trafugati includono informazioni personali e finanziarie di dipendenti ed ex dipendenti, oltre a documenti di riconoscimento e codici bancari di fornitori. La sottrazione di questi dati potrebbe rallentare significativamente le operazioni logistiche dell’azienda, costringendola a ricostruire parte delle informazioni compromesse. Nel frattempo, sono in corso attività per rafforzare i sistemi di sicurezza informatica e prevenire ulteriori intrusioni.
Fashion Box ha immediatamente segnalato l’accaduto alle autorità competenti sia in Italia che nei paesi coinvolti, come Austria, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Inoltre, è stata presentata una denuncia alla magistratura per avviare un’indagine ufficiale sul caso. L’attacco rappresenta un ulteriore segnale di allarme sulla crescente vulnerabilità delle aziende del territorio di fronte alle minacce cyber.
Il caso di Fashion Box si inserisce in un contesto preoccupante in cui le imprese venete, nonostante investimenti in sicurezza, continuano a essere bersaglio privilegiato di attacchi informatici. Questo episodio evidenzia la necessità di strategie ancora più avanzate per la protezione dei dati e una maggiore sensibilizzazione su queste minacce, che possono avere impatti economici e occupazionali rilevanti.
L'articolo Il Marchio Replay nel Mirino degli Hacker: Violati i Server dell’Azienda Italiana Fashion Box! proviene da il blog della sicurezza informatica.
Negli ultimi tempi, il mondo imprenditoriale veneto è stato ripetutamente preso di mira da attacchi informatici di grande portata. Questa volta la vittima è Fashion Box, multinazionale con sede a Casella d’Asolo, nota per il suo celebre marchio di abbigliamento Replay.
L’azione degli hacker è iniziata il 29 gennaio con una tecnica di brute force riporta il Corriere Del Veneto, un metodo che consiste nel tentare innumerevoli combinazioni di password per ottenere accesso ai sistemi aziendali. Nonostante le misure di sicurezza implementate, i criminali informatici sono riusciti a oltrepassare le difese, compromettendo i server della sede centrale di Asolo. I dati sottratti riguardano informazioni sensibili legate all’attività logistica e commerciale dell’azienda, mentre le consociate estere sembrano essere rimaste al riparo dall’attacco. La criticità della situazione è legata soprattutto alla gestione di dati di dipendenti, collaboratori e fornitori provenienti da diverse parti del mondo.
Le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze di questa incursione informatica. I rappresentanti di Filctem Cgil e Femca Cisl hanno evidenziato come Fashion Box abbia agito tempestivamente per arginare il danno e proteggere i lavoratori. Secondo le prime dichiarazioni, al momento non risultano impatti diretti sull’occupazione, ma la situazione resta fluida e in evoluzione. Anche il sindaco di Asolo ha sottolineato l’importanza dell’azienda per l’economia locale, sottolineando come un attacco di questa portata possa mettere in difficoltà numerose famiglie del territorio.
Le analisi condotte dagli esperti di sicurezza informatica di Fashion Box hanno evidenziato che i dati trafugati includono informazioni personali e finanziarie di dipendenti ed ex dipendenti, oltre a documenti di riconoscimento e codici bancari di fornitori. La sottrazione di questi dati potrebbe rallentare significativamente le operazioni logistiche dell’azienda, costringendola a ricostruire parte delle informazioni compromesse. Nel frattempo, sono in corso attività per rafforzare i sistemi di sicurezza informatica e prevenire ulteriori intrusioni.
Fashion Box ha immediatamente segnalato l’accaduto alle autorità competenti sia in Italia che nei paesi coinvolti, come Austria, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Inoltre, è stata presentata una denuncia alla magistratura per avviare un’indagine ufficiale sul caso. L’attacco rappresenta un ulteriore segnale di allarme sulla crescente vulnerabilità delle aziende del territorio di fronte alle minacce cyber.
Il caso di Fashion Box si inserisce in un contesto preoccupante in cui le imprese venete, nonostante investimenti in sicurezza, continuano a essere bersaglio privilegiato di attacchi informatici. Questo episodio evidenzia la necessità di strategie ancora più avanzate per la protezione dei dati e una maggiore sensibilizzazione su queste minacce, che possono avere impatti economici e occupazionali rilevanti.
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