Lola Cartolibreia on Nostr: BIP100 La Bitcoin Improvement Proposal numero 100 è una proposta del 2015 di hard ...
BIP100
La Bitcoin Improvement Proposal numero 100 è una proposta del 2015 di hard fork per la modifica della dimensione dei blocchi.
L’idea dei propositori Garzik, Harding e Valberg era quella di far decidere ai miner l’aumento o la diminuzione dei blocchi ad ogni aggiustamento di difficoltà.
Ogni 2016 blocchi, infatti, i miner avrebbero dovuto votare sull’aumento o la diminuzione della dimensione del blocco di una quota pari al 5% rispetto la dimensione precedente.Tali modifiche si sarebbero attivate al raggiungimento del 75% di consenso tra i miner.
La proposta è basata sulla considerazione che siano i miner ad avere il vero polso della situazione in quanto, attori della rete pagati direttamente nel token del network, essi sono le entità maggiormente interessate al buon funzionamento dell’ecosistema.
Ovviamente, il primo blocco superiore a 1MB avrebbe causato un hard fork, in quanto rifiutato da tutti i nodi che non avrebbero accolto la modifica. La proposta, comunque, fu rifiutata.
E’ ben evidente quanto sia un prodromo al successivo dibattito sulla dimensione dei blocchi e quanto faccia emergere una divergenza ontologica e annosa in bitcoin: il ruolo dei miner. Ovvero il considerare i miner dei meri prestatori di servizi per profitto o considerarli gli attori principali della rete Bitcoin. Idea che è alla base della divergenza tra Bitcoin e Bitcoin Cash.
La Bitcoin Improvement Proposal numero 100 è una proposta del 2015 di hard fork per la modifica della dimensione dei blocchi.
L’idea dei propositori Garzik, Harding e Valberg era quella di far decidere ai miner l’aumento o la diminuzione dei blocchi ad ogni aggiustamento di difficoltà.
Ogni 2016 blocchi, infatti, i miner avrebbero dovuto votare sull’aumento o la diminuzione della dimensione del blocco di una quota pari al 5% rispetto la dimensione precedente.Tali modifiche si sarebbero attivate al raggiungimento del 75% di consenso tra i miner.
La proposta è basata sulla considerazione che siano i miner ad avere il vero polso della situazione in quanto, attori della rete pagati direttamente nel token del network, essi sono le entità maggiormente interessate al buon funzionamento dell’ecosistema.
Ovviamente, il primo blocco superiore a 1MB avrebbe causato un hard fork, in quanto rifiutato da tutti i nodi che non avrebbero accolto la modifica. La proposta, comunque, fu rifiutata.
E’ ben evidente quanto sia un prodromo al successivo dibattito sulla dimensione dei blocchi e quanto faccia emergere una divergenza ontologica e annosa in bitcoin: il ruolo dei miner. Ovvero il considerare i miner dei meri prestatori di servizi per profitto o considerarli gli attori principali della rete Bitcoin. Idea che è alla base della divergenza tra Bitcoin e Bitcoin Cash.